LO SPORT COME LAVORO


“Lo sport nella percezione diffusa può essere tante cose. Spesso lo si riconduce e lo si descrive come passione, competizione, benessere fisico, divertimento, disciplina, educazione, ma molto raramente viene considerato un lavoro. Eppure, come scoprirete leggendo questa ricerca, il “mondo” dello sport è a pieno titolo un settore produttivo del nostro Paese, non solo per la grande quantità di capitali che fa muovere ma anche per i suoi livelli occupazionali.

Il numero di “addetti” infatti supera il milione, ma se dovessimo sostituire la parola con lavoratori, scopriremmo che questi non arrivano neanche a 100.000 e che tutti gli altri vengono definiti “volontari”.

Volontari li definiscono le statistiche, volontari sostanzialmente li ha sempre definiti il legislatore. Proprio le caratteristiche e i numeri di questa peculiare forma di volontariato ci hanno spinto ad approfondirne le dinamiche e i contenuti.

La soluzione a cui siamo giunti, che per noi forse era anche scontata ma che non sempre lo è per i diretti interessati, e che in realtà abbiamo a che fare con lavoratori caratterizzati da una totale assenza i diritti e di tutele.

Questa ricerca, insieme ad altre iniziative messe in campo soprattutto negli ultimi due anni, rappresenta per noi un punto di partenza di un'azione tesa non solo a individuare, per mezzo della contrattazione collettiva, le possibili forme di tutela, ma anche a produrre un sostanziale cambiamento della normativa che regola questo settore.

Fino ad oggi, infatti, gli interventi del legislatore hanno agito solamente in termini fiscali e sottraendo esplicitamente per queste attività l'applicazione di qualsiasi norma lavoristica.

Dando per scontato che alcuni diritti (quale ad esempio la copertura contributiva, ad oggi assente) vanno comunque rivendicati con forza, vista l'enorme frammentazione e la scarsa sindacalizzazione del settore, abbiamo pensato di procedere in maniera un po' inedita, ossia attraverso la somministrazione ai lavoratori di un questionario, all'interno del manuale troverete ben spiegati e analizzati nel testo i risultati, da un lato non hanno fatto altro che confermare alcune nostre convinzioni, dall'altro invece ci hanno restituito informazioni inaspettate, quali ad esempio che per il 72% del campione il lavoro nello sport rappresenta l'unica occupazione e conseguentemente l'unica fonte di reddito.

Nella speranza di essere riusciti a costruire, con la preziosa collaborazione di Stefano Landi e della sua struttura, uno strumento utile per la nostra azione sindacale, non mi resta che augurarvi buona lettura”.

É questa l'introduzione di Silvia Simoncini, Segretaria Nazionale NIdil CGIL, del “Primo Libro Bianco: LO SPORT COME LAVORO”


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